Prove di biamplificazione con i Quad vintage (II, 303, 405.2 e 306)

 

Dal 2010 sono il felice possessore di due grandi monitor Tannoy System 215 DMT-2 (fine anni '90) Sono due monitor che, posizionati "a parete", come da progetto, dichiarano una efficienza (forse in maniera ottimistica, ma è un dato ufficiale Tannoy) di ben 101dB/W/m, ma entrano in coppia solo con amplificatori correntosi (la casa propone di usare ampli tra 150 e 500 watt x canale).

 


Ho amplificato questi monitor sia in monoamplificazione (due Manley Snapper monofonici, ma ho schierato con successo anche un Accuphase P-7000, ed altre amplificazioni al di sopra di ogni sospetto), e in biamplificazione passiva (ho collegato realmente di tutto, a patto di selezionare finali con la medesima sensibilità in ingresso e col medesimo guadagno). Da anni sono arrivato, ormai stabilmente, a 2 Manley Snapper monofonici sui woofer + 2 Pass Aleph 0 sugli alti, il tutto coadiuvato da sue subwoofer attivi KRK da studio, posizionati e settati con REW, e talora (non sempre) da due supertweeter Fostex (o Visaton), con relativa amplificazione filtrata e dedicata.

Al contempo sono un estimatore e collezionista dei finali prodotti da Peter Walker, dai Quad II ai Quad 306, passando per quanto è stato prodotto in mezzo, nell'arco di oltre 30 anni (dai primi anni '50 alla fine degli anni '90, la golden era Quad). La storia dell'audio è ricca di esempi di amplificazione Quad (vintage) sui sistemi grandi Tannoy (vintage e non).  Ora, avendo a disposizione diverso materiale Quad, mi sono divertito a confrontare tre diverse possibilità, e valutare se il connubio tra Quad (decisamente poco potenti, e decisamente vintage) con Tannoy (impegnative come le 215) sia un connubio felice. Una provocazione, visto quanto richiesto dalla medesima Tannoy, in quanto ad amplificazione? Andiamo a scoprirlo.

1) Biamplificazione passiva con quattro Quad II monofonici. Un approccio da me testato in passato, grazie al fatto di avere due coppie di vecchi e magici Quad II in eccellenti condizioni, tutti dotati delle indispensabili GEC KT 66. Il risultato con le Tannoy 215 è sublime dal punto di vista della qualità timbrica, con un medio impareggiabile e irraggiungibile, ma i 15 watt per unità sono totalmente insufficienti, restringendo la scena, e costringendo l'ascoltatore a volumi di ascolto molto bassi. C'è di buono che i Quad II clippano in maniera dolce e poco fastidiosa, ma oltre ad un certo SPL non ci si può davvero spingere. La sensibilità di ingresso dei Quad II è 1,4V, il che impedisce, andando di biamp passiva, l'utilizzo con altri finali Quad. E probabilmente non avrebbe neanche senso. I Quad II devono suonare da soli. Ed è sempre un bell'ascolto, davvero "retro".

2) Un Quad 405.2 in gamma bassa, ed un Quad 303 in gamma alta. Questo connubio è reso possibile dalla identica sensibilità in ingresso (0,5V) di 303 e 405.2. Il 405.2 è sufficientemente dinamico per controllare i quattro coni da 38cm, ed è sufficientemente pulito ed adeguato dal punto di vista timbrico. Lo amo più per la sua storia, per il suo blasone, e per la sua estetica, che non per il suono. Lo ascoltavo da ragazzino, in discoteca, ricordo i suoi led rossi spiccare nel buio, con due Altec VOT. Gli ultimi esemplari (il mio è tra questi) sono nativi con ingressi RCA, e le prese banana da 4mm sono molto fragili (le stesse dei 306, poi modificate dal 606 in poi, con le più robuste prese Harbeth). Tutti i 405/405.2 montano un trasformatore classico (il toroidale venne introdotto col 306) che tende a ronzare un po' (hum). Avvertibile se siete davvero vicini all'impianto, ma comunque sopportabile. Riconosco al 405.2 una certa asprezza in gamma medio-alta, ma tale difetto viene in questa configurazione eliminato dal fatto che questa gamma è riprodotta dal 303, e non dal 405.2, che lavora fino alla frequenza di incrocio, situatat poco al di sopra dei 1000 Hz. Così il 303, al di sopra di tale frequenza, può esprimere al meglio la sua principale dote, la liquidità in gamma media, e la sua totale assenza di fatica di ascolto. Un minimo di roll-off sulle alte, evidente al confronto dei 306, a parità di gamma riprodotta, risulta una proprietà non necessariamente spiacevole. Il 303 clippa in maniera similare al II, inconsueto per uno stato solido, ma piacevole e meno penalizzante all'ascolto. L'insieme 405.2 e 303 sulle Tannoy 215 offre un ascolto sempre molto gradevole, non facendo rimpiangere, almeno a livelli di ascolto condominiali, amplificazioni dal costo ben più alto. Probabilmente non offre il massimo della risoluzione, ma un dettaglio sempre adeguato e sufficiente, una riproduzione piacevole a tutto tondo, una scena credibile, voci molto ben riprodotte, il tutto con un pizzico di calore ed eufonicità.



3) Due Quad 306 (i miei hanno seriali alti) in biamplificazione offrono un suono vivo, moderno, frizzante, con una sensazione di iperdettaglio (a volte troppo), e di grande equilibrio generale. La scarsa potenza non si avverte, se non a confronto con le amplificazioni di riferimento, ed il limite dinamico dei 306 in coppia sembra persino più elevato della soluzione precedente (303 e 405.2). Anche in questo caso, come per il precedente, sembra incredibile che una coppia di finali che complessivamente costano meno di 700-800 euro sul mercato dell'usato, possa esprimersi a questi livelli. Costruttivamente i 306 montano tutti ingressi RCA, relegando le prese DIN ai 405 "prime serie", e fragili connettori a banana, soggetti a rottura, che consiglio di sostituire con gli Harbeth dei 606, facilmente reperibili. Tutto in una veste compatta quanto affascinante (il più bel Quad di sempre?).







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